La Storia

Conservatorio di Musica Vecchi Tonelli

La prima data che documenta l’inizio formale delle attività di una Scuola di Musica a Modena, è il 10 febbraio 1864, riferita ad un atto con cui il Consiglio Comunale approvò “l’istituzione di una scuola gratuita musicale a spese del Municipio”. Un anno prima, il 17 febbraio 1863, era stata presentata la proposta per questa istituzione ed era stata costituita una commissione per studiare un “regolamento”, rivedendo anche quanto Angelo Catelani nel 1860 aveva scritto a tal proposito. Il Duca se n’era andato appena da un anno e già si stava pensando a sostituire quanto lasciato in questo campo dall’amministrazione ducale con un servizio di istruzione musicale per la cittadinanza.
Anche se prima del 1860 non risultano prove dell’esistenza di qualcosa di simile ad una scuola di musica a Modena, si è ritrovata una traccia di un certo interesse nel “Fondo Salimbeni”, contenuto nella Biblioteca dell'”Orazio Vecchi”. E’ una composizione dedicata a “Sua Altezza Reale il Duca Francesco IV, Arciduca d’Austria e Duca di Modena”. Si tratta di una “Introduzione e variazioni” per pianoforte sopra un tema dall’opera “L’orfanella di Ginevra” di Luigi Ricci, stampata dall’editore Lucca di Milano e depositata, come conveniva, nella “Imperial Regia Biblioteca”. La traccia che ci interessa è quella relativa alla giovinetta Maria Teresa Cuboni, autrice del brano, la quale si dichiara – come stampato in fondo al frontespizio del brano – dodicenne ed anche “allieva della scuola di Modena”. Accertato che la “Cronistoria dei Teatri di Modena” del Gandini fissa nell’ottobre del 1832 l’unica rappresentazione dell’opera del Ricci, avvenuta al Teatro di Corte, si è risaliti all’esatta data di nascita della Cuboni, 9 agosto 1820. Si può così affermare che nel secondo decennio del 1800 esisteva a Modena una qualche attività scolastica nel campo musicale. Inoltre si ha notizia nel 1827 che alcuni elementi in servizio presso la Corte avevano l’obbligo di tenere allievi: “I sonatori che hanno scolari d’obbligo saranno tenuti a dar lezione tre volte la settimana”. Ulteriore notizia interessante è quella che riferisce di un’altra scuola di musica funzionante nello stesso periodo “sopra la bottega del cantone della Buonissima”.

Da queste informazioni si può quindi anticipare di qualche decennio l’origine di una scuola musicale a Modena, anche se come embrione di una struttura più definita, come invece risulterà dall’annuncio ufficiale alla cittadinanza della costituzione della Scuola di Musica, contenuto nel manifesto del Sindaco Sandonnini, pubblicato il 20 marzo 1864 e riprodotto nel volume di Armando Torelli scritto nel 1954 in occasione del 90° anniversario della fondazione della Scuola. La Scuola Comunale di Musica fu infine intitolata a Orazio Vecchi nel 1914 su proposta di Gino Roncaglia ed approvazione del Consiglio Comunale.
La Scuola è andata col tempo definendo funzioni e ruolo nella città, adeguando struttura, programmi ed organizzazione in conformità ai Conservatori di Musica dello Stato, prendendo il nome, nel 1924, di “Liceo Musicale Orazio Vecchi”.
Con il pareggiamento ai Conservatori, avvenuto nel 1976, la denominazione è diventata formalmente “Istituto Musicale Pareggiato”. La condizione giuridica di “pareggiamento” equipara il curriculum didattico degli alunni dell’Istituto a quelli dei Conservatori statali, fino al conseguimento di regolare diploma, con valore legale.

Le origini dell’Istituto Antonio Tonelli di Carpi, risalgono invece agli inizi dell’800 con la fondazione di una Scuola Gratuita di Violino il 22 febbraio del 1802.
Il maestro che assunse l’incarico di insegnante, il compositore e medico reggiano Gaetano Malagoli, già compositore di corte del Duca di Parma; doveva istruire per tutto il corso dell’anno due giovani indigenti meritevoli, insieme ad altri tre da inserire nel Coro della Cappella, coadiuvato da Don Paolo Savani.
Impiegato nella curiosa duplice professione di medico condotto ed insegnante di violino, ad un solo anno di distanza riuscì a programmare un saggio degli allievi.
Questo fatto testimonia il collegamento tra la nuova istituzione e quella consolidata dei Filarmonici poiché, data la non più giovane età dei nuovi allievi, questi probabilmente avevano già ricevuto istruzione dai Filarmonici stessi; dal canto suo la scuola fornisce strumentisti per l’orchestra. Ben presto il Malagoli, non riuscendo a svolgere due professioni così diverse, dà le dimissioni (1811), precedute da sempre più frequenti assenze.
Altri maestri si succedono, ma è con Francesco Paglia, assunto dal Governo Estense nel 1824, che si assiste ad un primo anche se molto contenuto ampliamento: gli allievi divengono sei più due soprannumerari, la scuola prende il nome di Scuola Comunale di Musica e vi si impartiscono lezioni di archi e fiati.
Il regolamento stilato l’anno successivo prevede quattro anni per lo studio degli archi e due per gli strumenti a fiato. Gli allievi sono ancora una volta orientati quindi a un professionismo non solistico, ma destinati ad entrare a far parte dell’orchestra locale.
Questo stato di cose durerà qualche decennio: ancora intorno agli anni settanta la situazione prevede sempre lo stesso numero di allievi (otto), con l’obbligo principale dello studio degli archi e l’istruzione di alcuni studenti, ma solo al bisogno, negli strumenti a fiato.
Il motivo della restrizione è da riscontrarsi nella presenza di una scuola all’interno della banda cittadina. Le novità riguardano l’introduzione dell’insegnamento del solfeggio e l’obbligo della musica d’insieme. E’ con Aniceto Govi che assistiamo ad un vero e proprio ampliamento. Accorpando Banda e Scuola di Musica riesce a scavalcare la restrizione dell’esiguo numero ufficiale di allievi, che in poco tempo salgono di numero, come pure aumenta il numero degli strumenti insegnati: violino, viola, violoncello, contrabbasso, fagotto, tromba e cornetta. L’opera di rinnovamento del Govi è rivolta a tutte le istituzioni musicali cittadine e porterà anche a un ampliamento dell’orchestra locale. Il successore Savani è ritenuto più adatto nell’insegnamento degli archi, così la scuola ritorna ad essere una scuola di violino allargata, ma con Mario Lugli (assunto in seguito a un concorso esteso a tutta Italia e bandito nel 1909) l’approvazione di un Regolamento sancisce l’istituzionalizzazione della scuola anche dal punto di vista amministrativo, equiparando lo stipendio del maestro a quello degli impiegati comunali.
All’unico insegnante di tutti gli strumenti era stato già da un po’ di tempo affiancato un direttore, cui è aggiunta una commissione giudicatrice per gli esami. Inoltre il regolamento tende ad avvicinare la scuola ai Conservatori statali: tra le clausole vanno almeno citati il veto degli alunni di essere iscritti a più di una classe, l’obbligatorietà dei tre anni di solfeggio, l’istituzione un periodo di prova con conseguenti esami di conferma.
Anche se le due guerre mondiali portarono a temporanee interruzioni della regolarità dei corsi, le basi dell’Istituto Musicale sono state gettate. Tra le ulteriori innovazioni ricordiamo che nel 1924 abbiamo per la prima volta due insegnanti: Mario Lugli per archi, flauto, oboe e fagotto ed Eusebio Giara per clarinetto, ottoni e percussioni. Al Giara sarà affidata anche la Banda, mentre Lugli istituirà una scuola di Canto Corale. Le trasformazioni in seno alla scuola permisero l’ottenimento nel 1941 del suo riconoscimento ufficiale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
Il primo dopoguerra vede ancora la presenza di due insegnanti e il nuovo inserimento del sassofono a fronte della scomparsa di alcuni ottoni tipici della Banda. L’esiguità del numero degli allievi, dovuta in gran parte a cause belliche, stimola in ogni modo gli Amministratori, sollecitati dal M° Silvestri ad apportare alcuni miglioramenti, anche questi volti a trasformare la scuola in Istituto sempre più vicino ai Conservatori Statali in vista di un futuro Pareggiamento; per la prima volta acquisisce il nome di “Antonio Tonelli”.
L’introduzione della cattedra di pianoforte e delle materie complementari previste dai programmi conservatoriali, provoca un incremento del numero degli allievi. Il M° Silvestri è il nuovo insegnate di pianoforte e di Armonia Complementare, nonché Direttore incaricato ed è la prima volta che il Direttore è scelto tra gli insegnanti e non è una figura politica.
La stabilizzazione della scuola secondo questi parametri avviene in ogni modo non nell’immediato per risolversi con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di un nuovo regolamento il 31 gennaio 1953. Purtroppo assistiamo anche alla definitiva scomparsa di alcuni strumenti tra cui oboe, fagotto e percussioni. Per quanto riguarda gli archi, anche se esiste ancora un unico insegnante per tutti gli strumenti del quartetto, la netta prevalenza delle richieste di studio del violino, porterà lentamente a un ridimensionamento anche di questo settore. Il passo successivo riguarda l’immissione in ruolo di alcuni insegnanti e il loro riconoscimento giuridico che tende ad eguagliarli agli statali (inizio anni sessanta). Questo porterà col procedere a un ridimensionamento delle cattedre, il cui mantenimento si lega sempre di più alla richiesta da parte degli utenti; per questo stesso motivo sarà introdotta la chitarra. Il regolamento del 1971 vede lo sdoppiamento della cattedra di strumento a fiato in legni e ottoni e la temporanea scomparsa degli archi gravi, fino ad arrivare alla definitiva differenziazione degli strumenti.
Ecco l’organico del 1978, a un passo dal pareggiamento (1981): pianoforte (due cattedre), flauto, violino, clarinetto, tromba e trombone, chitarra, cultura musicale generale, teoria e solfeggio, storia della musica.
Di lì a poco verranno reintrodotti il violoncello e il sassofono, con successivo relativo pareggiamento, e per la prima volta la Composizione (cattedra a tutt’oggi non ancora pareggiata).

L’accorpamento/fusione degli Istituti Orazio Vecchi di Modena e Antonio Tonelli di Carpi dallo storico passato è stata a lungo caldeggiata dalle due Amministrazioni Comunali, enti gestori ed unici finanziatori, soprattutto a partire dai primi anni di ristrettezze economiche per i Comuni italiani, che imponevano tagli ai bilanci e contenimento delle spese. L’invocata “ottimizzazione delle risorse” non si è però realizzata fino al 2006, anno in cui le due amministrazioni di Modena e Carpi hanno firmato il documento che statuiva la fusione dei due Istituti in un unico Istituto denominato “Orazio Vecchi – Antonio Tonelli”, pareggiato dalla “Direzione Generale per l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica” del Ministero dell’Università e della Ricerca con Decreto del 03 luglio 2006 (prot. n. 3/2006). Al pareggiamento è subito seguita, nel 2007, la trasformazione in Istituzione di Alta Cultura, secondo quanto previsto dalla legge 508/99, con la stesura dello Statuto e l’insediamento delle cariche e degli organi di governo, che ha però necessitato di un decorso alquanto lungo, talché il primo Consiglio di Amministrazione si è riunito il 5 novembre del 2008 e il Nucleo di Valutazione è stato nominato solo all’inizio del 2009. In quanto capoluogo di provincia, Modena è stata identificata come sede principale e giuridica dell’Istituzione. Per ragioni logistiche sono stati mantenuti due distinti uffici di segreteria, mentre il bilancio risulta attualmente unificato (cfr. il cap. 5 della presente relazione).

Inizialmente poco gradita dal corpo docente dei due istituti, a causa di antiche ruggini e del timore di drastiche razionalizzazioni che mettessero in pericolo la sopravvivenza di cattedre e posti di lavoro, la fusione è stata in seguito sopportata come dato di fatto ed attualmente, attraverso attività didattiche ed artistiche comuni, si è giunti ad un clima di fattiva e spontanea collaborazione, che ha giovato anche alla riconoscibilità esterna dell’Istituzione, condizione fondamentale per il conseguimento dei fondi necessari al potenziamento di una produzione artistica di livello. Quanto alle ricadute dell’accorpamento sulla pianta organica degli istituti, va detto che, ad un anno dalla sua fondazione, l’Istituzione “Vecchi-Tonelli” ha provveduto alla stabilizzazione di numerose cattedre nella sede di Modena, risolvendo così una situazione di squilibrio negativo tra docenti a tempo indeterminato e docenti precari che già recava danni alla continuità didattica e che ne avrebbe ancor più recati alla realizzazione completa e all’andamento didattico efficiente dei corsi di Alta Formazione.